venerdì 2 marzo 2018

Storia del Tè: origine e leggende dall' antica Cina





ll  è una bevanda dalle origini che si perdono nel tempo. Oggi raccontiamo la sua storia, intrisa di mistero ma anche di grande fascino. Si crede che i primi usi della pianta del tè risalgano a 5.000 anni fa, ma il primo scritto che ne parla (un trattato di farmacopea) risale al 200 a.C. Pronti a farvi trasportare nei meandri della storia?

La leggenda cinese di Chen Nung



La leggenda più conosciuta arriva, come immaginabile, dalla CinaSi narra che l’imperatore Chen Nung (a volte indicato come Shen Nung o il Divino Mietitore) fosse molto rigido nelle sue pratiche igieniche. L’unica bevanda di cui faceva uso era acqua bollita e i suoi sudditi erano tenuti a fare lo stesso. L’imperatore era solito riposare all’ombra di un albero di tè selvatico, sorseggiando la sua bevanda calda. Un giorno una foglia cadde nella tazza: Chen Nung curioso assaggiò l’infusione e si sentì subito pervaso da un senso di benessereDecise quindi di condividere con i sudditi la scoperta, creando coltivazioni di tè in tutto l’Impero. Il nome Divino Mietitore deriva proprio dalle sue politiche in campo agricolo.

La leggenda indiana e giapponese di Bodhidharma




Secondo i buddisti a scoprire il tè fu nell’anno 543 d.C. Bodhidharma, figlio del Re delle Indie Kosjuwo. Il principe viaggiò fino alla Cina, facendo voto di non dormire durante i sette anni di meditazione che si era imposto. Fu però assalito dalla sonnolenza: istintivamente iniziò a masticare delle piccole foglie da un cespuglio selvatico, recuperando immediatamente le forze. Si trattava ovviamente di tè. La variante giapponese della leggenda buddista è decisamente più cruenta. Si narra che il principe si addormentò e, furioso contro sé stesso per l’errore, decise di tagliarsi le palpebre e gettarle tra i cespugli. Qualche anno dopo, di ritorno dal viaggio in Cina, scoprì che nel luogo del misfatto erano cresciute delle piante rigogliose, che masticate aiutavano a essere più energici. Le riportò ai suoi discepoli, invitandoli a masticarle per non cadere nel suo stesso errore.


La storia ufficiale del tè: le preparazioni nell’Antica Cina

Dalle leggende asiatiche passiamo alla vera storia del tè, quella registrata dagli annali dell’Impero Cinese e raccontata dai viaggiatori che nei secoli hanno percorso la Via delle Indie trasportando in Europa le spezie più pregiate. Fino al IV secolo d.C. il tè era usato per formare degli impiastri da applicare sul corpo per i dolori reumatici. È solo in questo secolo che si inizia a preparare in una maniera simile a quella attuale: le foglie venivano essiccate e pressate in panetti; venivano poi frantumate con il mortaio e bollite in acqua con sale, zenzero, buccia d’arancia e talvolta anche cipolle. Avete letto bene: cipolle. Il tè non era infatti considerato solo una bevanda, ma anche un ingrediente per pietanze simili alle nostre zuppe. Nell’VIII secolo il tè diventa una bevanda diffusa tra i dignitari di corte, ma viene bollito solo con il sale. Con la dinastia Sung, dal X al XIII secolo, il tè diventa una moneta di scambio in tutto l’Impero, ponendosi così come un ingrediente importantissimo della vita quotidiana di tutta la popolazione. Da elemento di corte diventa un prodotto d’uso quotidiano. Cambia anche il suo metodo di preparazione: le foglie vengono ridotte in una polvere finissima, sbattuta con un frustino di bambù nell’acqua bollente. È da questa tecnica che nasce nello stesso periodo l’attuale Cerimonia del Tè giapponese. Il tè verde matcha viene ancora oggi preparato nella stessa maniera. Nel XIII secolo, con la dinastia Ming, il tè (ri)scopre una preparazione simile all’attuale: le foglie essiccate vengono lasciate in infusione in acqua tiepidaAttorno al 1600 il tè arriva anche in Europa, raccogliendo tantissime nuove varianti di preparazione. 

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